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Molti sostengono che il declino della potenza nazista ebbe inizio su una pista d'atletica di Berlino, quando un afroamericano semianalfabeta dell'Alabama vinse quattro ori olimpici sotto gli occhi furenti di Adolf Hitler; e che fu poi ancora più evidente quando un ex operaio della Ford, figlio di schiavi affrancati, fece partire il suo famigerato gancio sinistro sul ring dello Yankee Stadium a New York. Tra il 1936 e il 1938, Jesse Owens e Joe Louis - due dei più grandi atleti della storia - sono stati protagonisti non solo di eroiche imprese sportive, ma anche del più grande scontro politico e ideologico di sempre: la democrazia americana contro il nazismo tedesco. Le Olimpiadi di Berlino del 1936 e l'incontro di boxe tra Joe Louis e Max Schmeling del 1938 hanno perciò rappresentato gli eventi mediatici più decisivi degli anni Trenta. Da una parte i Giochi più controversi di tutti i tempi, dall'altra due appassionanti e straordinari incontri di boxe rimasti per sempre nella storia del pugilato. Imprese indimenticabili che hanno trasceso lo sport e infuocato i mesi che precedettero lo scoppio del secondo conflitto mondiale. Una guerra annunciata, e sotto certi aspetti inevitabile, che ebbe inizio su due inediti campi di battaglia: un ring e una pista di atletica. Attraverso le straordinarie biografie di Jesse Owens e Joe Louis - per molti aspetti vicine e coincidenti - in questo libro si sfogliano alcune delle pagine più drammatiche del Novecento. Per prendere nota che non molto distante da qui, e non troppo lontano nel tempo, "si era creato un buco nella storia, ma noi non ce n'eravamo accorti".